lunedì 29 novembre 2010

Vita, morte o non vita?


Mi ricorderò sempre di te, eri tenerissimo, un giocherellone, tenero amico peloso, Ricordo anche quando dovevo farti una flebo di fisiologica al giorno, com'eri buffo con quella "sacca" d'acqua sottocute, ricordo quando il vicino lasciò incustodito il verderame e tu per chissà quale motivo ne bevesti una parte, peggiorando in modo drammatico la tua condizione, ricordo gli sforzi, le notti in bianco per starti vicino, ricordo i tuoi occhi, mi guardavi come se tutto dipendesse da me, leggevo la tua supplica e mi asciugavo gli occhi, maledicendo il funzionamento di vita e morte.
Ricordo come ti addormentasti per l'ultima volta, sul lettino d'acciaio del veterinario, le lacrime che versai, il vuoto che lasciasti.
Penso a te, ogni volta che sento parlare qualcuno di malattie che non lasciano scampo, i miracoli so che non esistono, mi immagino nei panni delle persone che si recano ogni giorno all'ospedale, si siedono al fianco di un letto, parlano ad una persona che amano, pettinano una persona che fino a poco tempo fa lo faceva in modo autonomo, si aggrappano ad un ricordo per non accettare la realtà.
Mi immagino in quelle condizioni, prima in una , poi nell'altra.
Mi vedo chino su una persona amata, mi vedo mentre mi aggrappo ad ogni minima speranza, ogni bugia della medicina, ogni parola di Dio, mentre una vita volge al termine, la medicina osserva e sperimenta, forse il prossimo si salverà, queste sono le parole che scuseranno il mio egoismo, il mio non lasciarti andare via, non lasciarti seguire la strada che la natura aveva deciso.
Poi mi immagino dall'altra parte, nelle molteplici casistiche, mentre sono ancora cosciente e ti vedo, ti sento, ma non posso in nessun modo fartelo capire, sento la tua sofferenza, la sento forte quasi quanto la mia, io non voglio farti stare male, tu non vuoi continuare a stare male, se potessi dirtelo, se solo potessi, ma sono qua impotente, sento la vita che si allontana e non posso fare nulla, ogni giorno né vivo né morto, solo un peso, per me e per te. Ed io che avrei voluto spegnermi serenamente tra le tue braccia, o magari addormentarmi semplicemente, una sera, una notte come tante.
Oppure nel buio, silenzio totale, i polmoni che funzionano di riflesso, il cuore che batte non più per volontà propria, il cervello che a malapena emette un'onda ogni tanto, forse un pensiero, forse un sogno, forse terrore, forse dolore chi lo sa?
Poi torno a me, mi guardo in giro, mi muovo, non ho nessuno da accudire, non devo essere accudito, so fin da adesso che accadrà, perché non sono capace a seguire la mia terapia, so che un bel giorno mi troverò a cadere a pezzi, e so che la medicina nel frattempo avrà mille teorie o esperimenti disponibili, cercherò di evitarli, mi spiace ma vivere come un vegetale o anche solo a metà, non fa per me.
Lo dichiaro qua, a gran voce: SE DOVESSI FINIRE IN UN LETTO IN COMA, STACCATE LA SPINA!!!!! Se qualche associazione pro-vita si immischiasse: fate loro presente che questa è la mia decisione, questa è la mia volontà, questa, anche se è finita, è la mia vita. Nessuno deve permettersi di prolungare l'agonia di chicchessia, l'attaccamento spasmodico alla non vita di queste persone mi manda in bestia, io in condizioni vegetative ci terrei i boss della malavita, i mafiosi, i camorristi, loro sì che meritano di vivere a lungo, o meglio di nonvivere a lungo.
Io voglio morire di schiatto, un colpo e via, e se così non fosse, finitemi prima che possa rendermi conto della condizione in cui mi trovo.

Questo è il MIO pensiero, poi ogni persona è libera di decidere per sé se ne è in grado, quindi facciamo una bella cosa, una cosa da animali, da bestie: come mettiamo un chip ad un cane per riconoscerlo, così lo possiamo mettere anche noi, per far sapere qual'è la nostra scelta.

giovedì 25 novembre 2010

wściekły


Quando ti sbatti più del dovuto è e deve essere una tua scelta, ma grazie ai tempi che corrono, questa scelta non è più libera, ogni giorno devi fare molto più di quello che sai sicuramente fare, devi spingerti sempre oltre, ed ogni gradino non è più uno strappo, non è più un aiuto in più, sembra che diventi il nuovo confine, il tuo nuovo minimo.
Continuando ad accorciare la tua esistenza, spostando il confine sempre verso la cancellazione dello spazio che ti appartiene, stai facendo un danno colossale, ogni passo non può essere ripercorso a ritroso o saresti marchiato come quello che non ha fatto il suo dovere.
Stocazzo, io il mio dovere l'ho fatto, sono andato oltre, ho calpestato me stesso e la salute, la MIA salute.
Ora basta, inizio a digrignare i denti, la catena che mi sta tenendo fermo al mio posto da troppo tempo, oggi mi sembra decisamente fragile, la mia furia cresce, mentre sento quel metallo divenire carta, mentre i miei muscoli si gonfiano ed i miei occhi, iniettati di rabbia iniziano a brillare, la salivazione è aumentata in maniera esagerata.
Ti fisso, guardo un pezzo di carne che si sta abituando allo status di vegetale, tanto sono gli altri a sbattersi vero?
Beh ho una brutta notizia per te... il tuo rilassarti ti ha intorpidito, mentre io mi caricavo, tu sei assopito ed io attivo,la catena sta per cedere, non prevedo venti miti nel tuo futuro, ora le regole posso iniziare a dettarle io, costi quel che costi.

venerdì 12 novembre 2010

Manca qualcosa...


Ti svegli una mattina, sei rincoglionito perché hai dormito veramente poco, ti alzi e barcollando prepari il caffè, vai al cesso, spegni il gas altrimenti si brucia la caffettiera, finisci di lavarti, bevi il caffè.
Torni in bagno, ti lavi i denti e mentre fissi i tuoi occhi allo specchio, qualcosa cambia, ti senti diverso, la stanchezza è sparita, ma senti qualcosa in meno,ti manca qualcosa ma non capisci.
Esci, scendi le scale e ti dirigi verso il parcheggio, sei solo per la strada, solo il rumore della linguetta metallica della cerniera della tua giacca tintinnando spezza il silenzio. Ed ancora quella sensazione, manca qualcosa...
Sali in macchina, litighi col blocchetto dell'accensione difettoso, accendi l'autoradio, alzi un po' il volume, ma manca qualcosa.
Percorri la strada che fai ogni giorno, scarti il solito camion della raccolta rifiuti, butto l'occhio sempre sulla stessa finestra, l'unica accesa a quell'ora.
Accendi una sigaretta, come sempre passando davanti all'edicola, ma oggi manca qualcosa e quel qualcosa ti disturba, non capisci cos'è ma sai che manca.
Passi tutta la giornata con questo stato d'ansia che ti distrugge, esci e fottendotene di tutto ti mangi un kinderino, che cavolo manca, dannazione cosa cavolo disturba la tua mente tanto da non farsi notare?
Rientri a casa e capisci...

martedì 9 novembre 2010

Scommesse...


Lanciato senza controllo. Rosso o Nero, in un rischia tutto da cardiopalma, una mossa secca e decisa, quando tutto cesserà di muoversi, gli occhi si apriranno, il vuoto o la vittoria?
Quando si giunge a questo, è solo per assaporare l'adrenalina, non ho vie di fuga, il rischio altissimo del fallimento, quello definitivo, la speranza di una soluzione, anche se solo provvisoria. 50% vs 50%.
Il tintinnio dei colpi che fanno rimbalzare il fato, il ticchettio dell'orologio, più lineare e ritmico, non hanno, in questi istanti, nessuna differenza tra loro.
tic... tac... tic... tac...

sabato 9 ottobre 2010

Raggio di luce


Ed oggi festeggerò ogni passo fatto, ogni meta che ieri non avevo ancora raggiunto.
Come ieri festeggiavo ciò che non avevo raggiunto il giorno prima e domani festeggerò quello che oggi non ho ancora.
Ogni passo non è un passaggio che fa parte di un cammino verso una meta, ogni passo è una meta, un successo, non importa se il conto è in rosso, se le sigarette sono finite, se la benzina scarseggia al punto da chiedersi " arriverò almeno al lavoro? "
Impariamo a vivere per quello che siamo, dimentichiamo quello che ci è stato insegnato a forza, guardiamo le stelle solo perché sono belle, non perché sappiamo con precisione cosa esse siano, e vedremo in esse i sogni di altri, amici scomparsi, desideri...
Viviamo d' istinto, perché la ragione spesso uccide la felicità, usiamo la gioia, godiamo di ogni secondo di gioia, questa cosa passeggera che sa farci sorridere nel vedere una persona a bordo strada, una persona che non abbiamo mai visto e che mai più rivedremo, ma sorridiamo perché i suoi occhi sono allegri, senza domandarci il perché, afferriamo quel raggio di gioia e facciamolo nostro.

sabato 18 settembre 2010

pieprzyć



É odio quello che provo, cammino e per la strada vedo le tue orme, sempre nei posti sbagliati, davanti ad una macchina col cofano graffiato, sul marciapiede di fronte alla casa dalle finestre rotte, vicino ad un cassonetto rovesciato.
Mi incazzo, mi logoro perché devo stare zitto, non ti posso accusare, tu comandi ed io devo sottostare, questo mi fa imbestialire; il DEVO, non ho scelta se non voglio ritrovarmi morto prima del tempo, ma a te non te ne frega un cazzo, imbottisci la gente di cazzate, racconti così tante menzogne che la tua realtà è ormai una cozzaglia di dubbia moralità realista.
l'immagine è per te, leggi tra le righe....

Rök


A volte vorrei scappare, rinnegare ogni giorno vissuto, ogni passo fatto, voltare pagina, diventare un invisibile. Poi mi guardo attorno, peso tutto quanto mi circonda, realizzo cinicamente che questo mio desiderio mi è precluso, non posso scappare, non posso cercare un tetto di cartone, non posso abbandonare il mio essere lo zero di turno. Voglio cambiare, come lo vogliono tutti, ma non basta la grinta, non bastano le speranze, non basta essere convinti di poter vedere un domani migliore.
Siamo schiavi di quello che abbiamo creato, siamo tanti cani rabbiosi dal collare stretto e la catena sempre più corta, la rabbia cresce e lei si ritira.
Osserviamo cartelloni che ci gridano "Libertà" mentre lavorano per la nostra schiavitù, sorridiamo e ci aggrappiamo al collare, digrigniamo i denti in un sorriso storpio che detta cinismo.
Quindi perché abbandonare? Perché lottare? Mi accendo una sigaretta ed osservando il fumo levarsi libero nell'aria, mi sento leggero, anche se un domani non ci sarà, io sono qua adesso, questo conta.
Rigenerato.
P.S. Ieri notte mi sono svegliato alle 4:16.

martedì 7 settembre 2010

Il tempo non ti aspetta!


Quel giorno presi la decisione, l'avevo rimandata altre volte, sempre per lo stesso identico motivo, ma mi sentivo fortunato.
Mi recai dal tabacchino per fare una cosa oramai più unica che rara, ricaricai il cellulare apposta per fare una ed una sola chiamata, o meglio per inviare un sms, caricai ben cinque euro, rinunciando così alle sigarette, erano gli ultimi cinque euro.
Arrivai a casa, guardai l'ora, sapevo che per non restare inutilmente in attesa avrei dovuto aspettare qualche ora. L'ansia cresceva, iniziai a digitare il messaggio, lo lessi, lo rilessi, lo corressi innumerevoli volte, ormai mancava una mezz'ora soltanto all'ora che mi ero detto poteva andare bene.
Mi suona il telefono, ogni mio progetto sfumò, anche questa volta se avessi inviato il messaggio sarebbe sembrato qualcosa del tipo: visto che ho trovato una conoscenza che abbiamo in comune, ti sono venuto in mente, altrimenti stocazzo che ti saresti fatto sentire!
Cancellai il messaggio e rinviaii, come sempre di un altro mese finanze permettendo, passarono mesi in effetti, l'ansia cresceva come sempre, una sera tornando a casa mi decisi, fermai la macchina sul ciglio della strada, scrissi il messaggio e lo inviai.
La risposta che arrivò era peggiore di ogni mia aspettativa.

Non aspettate, non rinviate per sciocche paure, non nascondetevi se non volete dire la verità solo perché potrebbe sembrare una palla. fate quello che dovete fare e che vi sentite di fare, fatelo subito.

mercoledì 18 agosto 2010

Il Nome


Questa notte mi sono coricato molto presto, non era neppure l'una.
Avevo una sensazione molto sgradevole, la Besta si agitava in me, si agitava in modo così forte da costringermi al vecchio pensiero; l'appuntamento con la Nera Signora, come sempre, alle 04:20 in punto.
Cos'è questo appuntamento? Semplice: lascio che la Bestia tenga il tempo, io mi limito a dormire, se durante la notte mi sveglio guardo l'ora, se l'ora è giusta al minuto, esco di casa per incontrarla.
Ma anche questa notte, i miei occhi si sono aperti con qualche minuto di ritardo, quindi mi sono rigirato, ed ho continuato a sognare.
Nel sogno ero ad una festa, c'era molta gente, c'erano persone a me care, c'erano volti sconosciuti.
Il luogo mi era familiare ma non lo conoscevo; villette, giardi, viottoli ciotolati che s'intersecavano dando all'agglomerato di edifici un' aria di unica grande casa.
Io non bevevo, ormai è una cosa che faccio molto di rado, altre persone, invece, erano in preda a fumi alcolici. Io li osservavo, mentre di tanto in tanto cercavo la sua mano, come un bimbo cerca quella della mamma, mentre spaventato gira in un luogo così affollato. Mi giro, in cerca dei suoi occhi, li trovo senza troppa difficoltà a meno di un metro da me, occhi limpidi e sorridenti, ma la mano? Dov'è la mano? Sta abbracciando una vecchia amicizia, aspetto, l'ansia inizia a crescere, aspetto, la Bestia si sta muovendo.
I volti delle persone si confondono, mi giro, sei ancora abbracciata, mi avvicino e tu capisci che ho bisogno di te, mi segui, ho bisogno di restare un po' tranquillo.
Mi stai guardando mentre cerco di riprendere il controllo di me, quando decidi di lasciarmi solo, ti allontani.
Respiro profondamente, rimescolo le mie idee, chiudo gli occhi e faccio il punto della situazione.
Mi alzo, completamente calmo e rilassato, posso quindi tornare in mezzo alla folla. Inizio a camminare verso la gente, quando, ogni persona diventa un amico di vecchia data, un viso che non vedevo da molto tempo, tutti, conosco tutti.
Sorrido e mi addentro senza paure, senza ansia o nervosismo, sto bene.
Ti guardo, sei ancora abbracciata, sempre a lui.
La Bestia esplode senza controllo, svuoto il sacco della pazienza a terra per scagliarmi verso di voi.
"Qua inizia la parte più strana"
Non sono violento, grido per via della musica non per cattiveria, di preciso non so cosa ti ho detto, ma mi allontano, sicuro di me.
Percorro uno dei vialetti ciotolati, apro una delle porte, come se fosse casa mia, sposto una tendina e mi corico a terra, sotto un lavandino.
Ti sto aspettando, ma non so perché lì. Passa il tempo, ma in modo inaspettato la rabbia cresce. Mi alzo nervosamente e vado verso la porta, osservo il giardino che separa questa casa dalle altre. Vedo giungere una macchina, dalla quale esce una persona che poco si sposa con questo posto, apro la porta e vado da lui, mi passa un secchio ed altro materiale, lo porto in casa.
Esco nuovamente, questa volta sono nero, nuovamente lui tra le tue braccia, mi avvicino e ti mando a stendere, poi torno alla casa, al secchio ed al lavandino.
Sto male, inizio a lavorare come un forsennato. Sto male, perché il lavoro che sto facendo, lo faccio per la persona che non volevo vedere. Sto lavorando, perché?
Mi alzo la festa è ancora là ma, tutti osservano verso questa casa, tutti tranne lui, ne scorgo il viso attraverso uno specchio, sta ridendo, ride della mia solitudine.
Solitudine... Al mio risveglio hopotuto dare un nome a quella sensazione sgradevole che mi aveva fatto anticipare il sonno.

martedì 17 agosto 2010

Delicata folata di vento, mi hai aperto gli occhi


Ed ecco, quando il giusto equilibrio giunge; con esso gli scompensi, gli avvenimenti che ti devono ammazzare.
Ti guardi allo specchio e vedi il tuo demone, ti fissa, ti brama.
Lascio che l'odio mi divori, sento lo stomaco contorcersi e quasi ne sono contento, sono vivo, la Bestia si è svegliata, momento tanto atteso quanto temuto.
Ho una tanica di benzina, un accendino ed un sorriso.
Tremate.

sabato 10 luglio 2010

Positivo come un calcio in cuoio


Sento l'energia nervosa crescere nelle braccia, la mente in fiamme che mi istiga ad azioni violente, ogni globulo che viaggia nel mio corpo sembra in preda al panico, non c'è nulla che mi faccia rilassare, lo stress accumulato mi ha portato la limite, ogni goccia che mi cade a lato è una burrasca che mi devasta dentro.
Guardo una parola, la osservo con Odio, la scruto, sezionando lettera per lettera, assaporando gli spazzi tra di esse, inizio ad osservare proprio loro, perché è lì che risiede il male.
Parola di poche lettere e troppo male accumulato, esteticamente perfetta, di grazia assoluta, ma in me fai crescere rabbia, non è colpa tua, tu sei generata per trasmettere qualcosa, io per cercare le alternative.
Alternativa alla rabbia, al mio Odio, al mio essere nervosamente nevrotico, nulla mi sposta da questo stato, anzi, ogni tentativo è paragonabile alla benzina sul fuoco.
Mangio a sazietà, anzi, vado oltre, mangio fino a farmi venire i conati.
Mi nutro di rabbia, mangio nervoso per espellere brutale cattiveria gratuita.
Sporcherò ogni muro bianco che mi verrà a tiro.
Sfiaterò leggermente la mia rabbia, togliendo dal mio corpo una percentuale minima di questa, dispensandola gratuitamente, devastando quello che mi circonda.
Senza controllo mi accingo a coltivare cattiveria.

mercoledì 30 giugno 2010

Piccolo Addio


Ogni volta che parcheggiavo la mia auto tu correvi lungo il muretto, inarcavi la schiena e mi chiamavi, ti giravi giocherellona e aspettavi una carezza, mi seguivi lungo il breve tratto di strada, prendendo ancora qualche coccola, le tue fusa gionaliere mi facevano sorridere, addio piccola, la natura non è stata troppo benevola con te, ma resterai comunque nei miei ricordi.
Salutando te ricorderò anche altri amici che hanno lasciato un segno, dal caro Cristal, a Chicco, a Blink, ad Harlock, Peppone e Camilla, per sempre nel mio cuore.

domenica 6 giugno 2010

Anche nella lettura...


Tratto, in modo incompleto dal libro
LA STREGA DI PORTOBELLO







...
Athena si fermò davanti a me e ripeté il gesto di sempre: chiuse gli occhi e aprì le labbra per ricevere il Corpo di Cristo.
Ma il Corpo di Cristo rimase tra le mie mani.
Lei spalancò gli occhi, senza capire cosa stava accadendo.
...

( Athena aveva firmato i fogli del divorzio durante la settimana, ma saltiamo un breve passo e proseguiamo, saranno le parole di Athena a riaprire la citazione. )


...
"Sia maledetto questo luogo, allora!" esclamò.
"E maledetti siano coloro che non hanno inteso le parole di Gesù e hanno trasformato il suo Messaggio in una costruzione di pietra. Cristo disse :- Che gli afflitti vengano a me, e io allevierò le loro pene. -: Ebbene, io sono afflitta, ferita, ma non mi lasciano avvicinare a Lui. Oggi ho appreso che la chiesa ha modificato la Sue parole :- Che vengano a me coloro che seguono le mie regole, e si allontanino gli afflitti! -:
...

( Ed ora il pensiero di Padre Giancarlo Fontana, che sarebbe chi, nel libro, racconta l'accaduto. )

...
Penso che, uscendo dalla chiesa, Athena possa aver incontrato Gesù. E, piangendo si sia gettata fra le Sue braccia, confusa, chiedendoGli di spiegarle il motivo per cui doveva restare fuori a causa di una firma apposta su un foglio di carta: una cosa priva di importanza sul piano spirituale, che riguardava solo notai e tasse.
E Gesù, fissandola, portebbe aver risposto:
"Osserva bene, figliola, anchio sono fuori. Da molto tempo, non mi fanno più entrare."
...

mercoledì 26 maggio 2010

Codici a Bare "senza errori"


A volte la tristezza sembra più allegra.



Tutto è bianco? Tutto è nero? A cosa serve combattere ancora? Vorrei aver le forze per sollevarmi, vorrei sentire ancora la tua voce, le tue risa.
Da quando sono caduto in rovina non sento più stimoli, aspettosolo di essere riposto su uno scaffale, identificato da un paio di righe che a me non dicono nulla, così come la mia esistenza si afferma nei confronti del mondo, un nulla riposto con cura in un luogo tanto ordinato da causare dimenticanza.

sabato 8 maggio 2010

Pausa


Specchio appannato, quello in cui ti vedo riflesso, lacrime amare scendono sul tuo viso, o forse è condensa sul vetro riflettente.
Dubbi che vanno rinforzandosi in un turbiunio di pensieri contorti, che fanno vibrare il mio essere in modo inconsueto.
Ricordo quando non sapevi ch' io fossi e ti trovavi in accordo simbiotico con me, mentre nella realtà discutevi apertamente con me, contradicendo ogni mia parola, fu allora che capii, l'avversità nei miei confronti e non nei miei pensieri.
Poi presi la decisione di affrettare le cose, vilmente mi apprestai a togliere il respiro al mio alter ego, per dare spazio al mio io reale, quello con cui ti saresti dovuto scontrare.
Senza rimpianti vidi il dolore, assaporai parole di sconforto per la perdita di un amico virtuale, mentre il bastardo che in me risiede, rideva di gusto, inebriando i miei pensieri.
Quanti specchi si infrangono col gelo, quanti cocci si pestano col fuoco che arde nel cuore, conta ogni frammento e ridi di gusto, perché le tue maschere ora non mi spaventano, sono stanco e la stanchezza mi mette in condizione di godermi la vita, senza troppo pensare alle preoccupazioni inutili.
Se ancora non hai capito; pazienza, non è un problema mio, ti lascerò ai tuoi dubbi come tu hai abbandonato me alle mie certezze, per quanto errate fossero.

domenica 21 marzo 2010

Piango, cerco di essere forte...


Ti guardo, mentre dormi tranquillo.
Il mio animo si agita, mi sento tremendamente in colpa, dipendi da me, mangi quello che io ti posso dare, prendi le mie coccole e ti sento felice, ma tu non sai, non puoi capire.
Sei malato piccolo mio, hai una disfunzioine che se trascurata è per te mortale, sono io che ti devo difendere, devo nutrirti in modo giusto o la tua vita potrebbe spezzarsi.
Mi sento in colpa e mi dispero, perché la tua dieta è troppo costosa, le mie finanze ridotte all'osso, non mi permettono di curarti sempre.
Mi privo di molte cose, ma tu non puoi capire, piango, la sera, quando in completa solitudine, davanti ad una fredda calcolatrice, mi rendo conto che anche questo mese devo decidere, devo rinunciare ancora a qualcosa, devo rimuovere dal mio conto i soldi, per non pagare una bolletta e darti quello che ti serve.
Questa società, questo sistema sballato, mi rendono ogni giorno più depresso, la mia rabbia non ha più sfogo, mi sento inutile, ogni volta che guardo le scorte del tuo cibo, ogni volta che guardo il mio conto.
Quanto ancora posso andare avanti?
Se potessi pagare in lacrime, amico mio, non avremmo problemi, ma come tutti devo sottostare alle regole, non sono un eroe, se lo fossi riuscirei in qualcosa, ma non è così, ti prego resisti, amico mio, resisti.

mercoledì 17 marzo 2010

Bastardo


NON HO MOLTO DA DIRE, GUARDA LA FOTO, COSA FARESTI AD UNA BESTIA CHE MALTRATTA UN ESSERE COSÌ DOLCE ED INDIFESO?
IO PROBABILMENTE COMPLETEREI IL MIO INFRANGERE I COMANDAMENTI, E NE SAREI ANCHE ORGOGLIOSO.






Non ho messo volontariamente video o immagini esplicite, ma il mio stomaco si torce ancora, più per la rabbia e la sete di sangue umano che per gli orrori visti.

lunedì 15 marzo 2010

Torpore? Forse!


Perché ci continuiamo ad illudere? Il nostro passaggio non porta molti cambiamenti, anzi, se possibile neppure la vita ci porta novità, siamo aggrappati a questa cosa che ci ostiniamo a chiamare vita, che poi vita non è.
Non possiamo vivere i nostri sogni, non possiamo svegliarci per assecondare i nostri istinti, non ci è permesso. Nulla è libertà, nulla ci appartiene.
La demotivazione di massa a cura di imbecilli fa il suo corso, ed io infetto di questa illusoria rabbia anestetica mi dimeno inutilmente, cerco in vano di rendermi felice ma non ci riesco, provo a rendere felici altri, ma ottengo l'effetto opposto.
Perché non possiamo vivere liberamente? perhé siamo diventati schiavi di un sistema che abbiamo creato noi stessi?
Qualcuno una volta disse " nessuno soppravvive alla vita "
credo avesse ragione.

martedì 9 marzo 2010

Notti insonni.


Anticipami, cercami nei riflessi delle pozzanghere, tra le ombre delle viuzze deserte, nelle parole dei cartelloni pubblicitari, fermati ed aspettami.
Respira profondamente, sto arrivando, col passo incerto di chi affronta la vita per la prima volta o, di chi si rialza dopo l'ennesima caduta, non puoi fidarti di uno così, nessuno si deve fidare, le mie menti, troppo spesso in disaccordo, tendono a farmi dimenticare chi sono, chi sei, chi mi sta veramente a cuore.
Domani, forse sarò giunto a destinazione, sono anni che aspetto quel domani, con una predizione in tasca, "quel domani non arriverà mai".
Tengo quel bigliettino come ricordo, quello scontrino come una bandiera, perché sapevo, fin dalla notte dei tempi che il mio posto era lì, tra sporcizia ed abbandono, nella solitudine di chi viene o sarà dimenticato senza troppa fatica.

sabato 13 febbraio 2010

No dottore ( Lucio Battisti)



Psicotica e confusa, una canzone che mi ha sempre lasciato un certo senso di follia e negazione.
Cosa ne pensate? Un attimo di follia che viene rimossa nella mente di un colpevole? O la negazione dell'evidenza di un innocente?

mercoledì 3 febbraio 2010

1giorno...2giorni...3giorni...4giorni...5gior


Credo di essere caduto in basso, la bestia mi manca più del respiro, senza di Lei mi sento morto.
Passo infiniti attimi a piangermi addosso, lacrime che mi rendono pecora, le stesse che destavano la bestia ora la ricoprono, la guardo incredulo, lasciandomi scorrere la vita addosso, come un dipinto sbiadito che lascia i suoi contorni sulla tappezzeria polverosa.
La bestia mi ha portato gioia e dolore, tanto dolore, ma lo preferivo all'apatia che riempie le mie giornate.
Ho tanto veleno pronto, ma senza bestia non riesco a sputarlo, mi sta divorando dall'interno, mi divora senza portare nulla.

domenica 10 gennaio 2010

Dubbi riflessi


Gli errori si fanno.
Questo è un dato di fatto. Spesso il nostro lato oscuro prende il comando, genera situazioni non conformi, ci lincia, ma noi cerchiamo di rientrare in carregiata.
Quando siamo fermamente convinti di aver superato la fase critica, qualcosa accade, una frase, una figura che ci si ripropone davanti agli occhi, e, nuovamente siamo spaventati, quando i nostri errori corrompono le anime altrui, quando qualcuno ha assistito, a volte impotente, a volte complice, quando il suo sguardo si posa su di noi sentiamo la vergogna, sentiamo lo strazio della nostra anima che grida in noi.
Le lacrime ricompaiono sui nostri occhi, la rabbia cresce con la ferma determinazione di smembrare la nostra fragile esistenza.
Siamo pupazzi senza controllo su noi stessi, agiamo senza pensieri per non darci colpa di quello che facciamo, la mente ci prende in giro più volte di quante in nostro cuore batta.

martedì 5 gennaio 2010

Mai senza punizione!!!


Grazie ad un emendamento della finanziaria 2010, il ricorso, contro multe e sanzioni imposte dalla pubblica amministrazione, diventa l'ennesima presa per il culo.
Per andare contro ad una multa leggera si dovrà pagare non meno di 30 euro, che, in alcuni casi può raggiungere anche i 70 euro!
Pensiamo quindi al vigile bastardo, non quello che fa il suo lavoro, ma quello bastardo, quello che non scopa da un mese, quello che ha la diarrea, quello che la mattina non ha voglia di alzarsi dal letto, quello che è scontento dei risultati della propria squadra del cuore, ecc. ecc.
Assonnato e rincoglionito come gran parte dei vigili comunali ( è stato testato che una percentuale che oscilla tra 75% e 80% non si comporta in modo del tutto onesto, dal lasciar correre una cintura al multare senza motivo reale ) vede la vostra macchina che con una ruota tocca la riga bianca del parcheggio, velocemente ( come un bradipo ) molla la macchina ( pagata con le vostre tasse ) in doppia fila, scende ed inizia a cercare il libretto per le contravvenzioni, ( nel frattempo un ciclista viene quasi investito da un camion che sta evitando la macchina del coglione ) inizia a scrivere il vostro bel verbalino e vi caga un foglietto stropicciato sul parabrezza.
Contento della sua vendetta nei confronti dei suoi problemi erettivi, riprende a sprecare benzina per girolare a vuoto in città.
Voi scendete di casa, prestate soccorso al ciclista con le ginocchia insanguinate ed una lussazione alla spalla, vi girate e vedete quel biglietto " hu hu una spasimante? un appuntamento al buio?" vi avvicinate e SBAM 22 € di multa, una multa ingiusta!
Le palle iniziano a girarvi, cosa fare?
Andate dal giudice di pace, dovete ovviamente essere certi di essere dalla parte della ragione, e lui vi toglierà la multa! ^^
So a cosa state pensando.....
E sì stoca**o per farmi togliere 22€ be pago minimo 30€! ma chi me lo fa fare? mi imburro il culo e vado a buttare sti 22€ vorrà dire che non compro i fiori a mia moglie o chicchessia..
Ma no perché disperare, vedete, il fatto che il giudice di pace vi dia ragione è una cosa molto buona, perché vi mette il cappellino del vincitore sulla testa, ora non vi resta che calcare la mano.
Recatevi dal vostro avvocato, fate fare a lui i conteggi del tempo che avrete perduto, il denaro realmente utilizzato ( oltre ai 30€ del giudice di pace, c'è la benzina utilizzata per scorrazare a destra e a manca per seguire la diffice situazione... ) a questo punto avrete senz'altro scoperto che per una multa da 22€ il vostro conto si è alleggerito circa di 100€, senza contare la o le giornate di lavoro perse ecc. ecc.
E quel coglione impotente che vi ha multato? lui ha ricevuto un encomio subito, poi una mezza cazziata, ma non basta, ora bisogna che il vostro avvocato gli muova contro, anto poi la parcella la pagherò l'impotente, citiamolo per danni morali e per perdita di patrimonio o tutto quello che vi passa per la testa, alla fine mettiamo il cappelino del vincitore e aspettiamo i lunghissimi tempi d'attesa della giustizia italiana, se si arriverà in tempo in tribunale, potremmo finalmente mettere alla prova ( l'ennesima ) la giustizia italiana, quale giudice renderebbe vano il lavoro del giudice di pace che ha già stabilito che la multa era un errore?
Nella speranza che il giudice in questione non sia l'amante del vigile o di sua moglie, vi verranno restituiti i vostri 100€ e tutte le spese giudiziarie se le paga l'inetto impotente in divisa, nella speranza che capisca che il suo è un ruolo importante nella nostra società e, pertanto deve svolgerlo al meglio.