mercoledì 18 agosto 2010

Il Nome


Questa notte mi sono coricato molto presto, non era neppure l'una.
Avevo una sensazione molto sgradevole, la Besta si agitava in me, si agitava in modo così forte da costringermi al vecchio pensiero; l'appuntamento con la Nera Signora, come sempre, alle 04:20 in punto.
Cos'è questo appuntamento? Semplice: lascio che la Bestia tenga il tempo, io mi limito a dormire, se durante la notte mi sveglio guardo l'ora, se l'ora è giusta al minuto, esco di casa per incontrarla.
Ma anche questa notte, i miei occhi si sono aperti con qualche minuto di ritardo, quindi mi sono rigirato, ed ho continuato a sognare.
Nel sogno ero ad una festa, c'era molta gente, c'erano persone a me care, c'erano volti sconosciuti.
Il luogo mi era familiare ma non lo conoscevo; villette, giardi, viottoli ciotolati che s'intersecavano dando all'agglomerato di edifici un' aria di unica grande casa.
Io non bevevo, ormai è una cosa che faccio molto di rado, altre persone, invece, erano in preda a fumi alcolici. Io li osservavo, mentre di tanto in tanto cercavo la sua mano, come un bimbo cerca quella della mamma, mentre spaventato gira in un luogo così affollato. Mi giro, in cerca dei suoi occhi, li trovo senza troppa difficoltà a meno di un metro da me, occhi limpidi e sorridenti, ma la mano? Dov'è la mano? Sta abbracciando una vecchia amicizia, aspetto, l'ansia inizia a crescere, aspetto, la Bestia si sta muovendo.
I volti delle persone si confondono, mi giro, sei ancora abbracciata, mi avvicino e tu capisci che ho bisogno di te, mi segui, ho bisogno di restare un po' tranquillo.
Mi stai guardando mentre cerco di riprendere il controllo di me, quando decidi di lasciarmi solo, ti allontani.
Respiro profondamente, rimescolo le mie idee, chiudo gli occhi e faccio il punto della situazione.
Mi alzo, completamente calmo e rilassato, posso quindi tornare in mezzo alla folla. Inizio a camminare verso la gente, quando, ogni persona diventa un amico di vecchia data, un viso che non vedevo da molto tempo, tutti, conosco tutti.
Sorrido e mi addentro senza paure, senza ansia o nervosismo, sto bene.
Ti guardo, sei ancora abbracciata, sempre a lui.
La Bestia esplode senza controllo, svuoto il sacco della pazienza a terra per scagliarmi verso di voi.
"Qua inizia la parte più strana"
Non sono violento, grido per via della musica non per cattiveria, di preciso non so cosa ti ho detto, ma mi allontano, sicuro di me.
Percorro uno dei vialetti ciotolati, apro una delle porte, come se fosse casa mia, sposto una tendina e mi corico a terra, sotto un lavandino.
Ti sto aspettando, ma non so perché lì. Passa il tempo, ma in modo inaspettato la rabbia cresce. Mi alzo nervosamente e vado verso la porta, osservo il giardino che separa questa casa dalle altre. Vedo giungere una macchina, dalla quale esce una persona che poco si sposa con questo posto, apro la porta e vado da lui, mi passa un secchio ed altro materiale, lo porto in casa.
Esco nuovamente, questa volta sono nero, nuovamente lui tra le tue braccia, mi avvicino e ti mando a stendere, poi torno alla casa, al secchio ed al lavandino.
Sto male, inizio a lavorare come un forsennato. Sto male, perché il lavoro che sto facendo, lo faccio per la persona che non volevo vedere. Sto lavorando, perché?
Mi alzo la festa è ancora là ma, tutti osservano verso questa casa, tutti tranne lui, ne scorgo il viso attraverso uno specchio, sta ridendo, ride della mia solitudine.
Solitudine... Al mio risveglio hopotuto dare un nome a quella sensazione sgradevole che mi aveva fatto anticipare il sonno.

martedì 17 agosto 2010

Delicata folata di vento, mi hai aperto gli occhi


Ed ecco, quando il giusto equilibrio giunge; con esso gli scompensi, gli avvenimenti che ti devono ammazzare.
Ti guardi allo specchio e vedi il tuo demone, ti fissa, ti brama.
Lascio che l'odio mi divori, sento lo stomaco contorcersi e quasi ne sono contento, sono vivo, la Bestia si è svegliata, momento tanto atteso quanto temuto.
Ho una tanica di benzina, un accendino ed un sorriso.
Tremate.