lunedì 28 settembre 2009

domenica 27 settembre 2009

RiSoluzioni

Sia dannata la tipografia pensavo fossero solo 4999


Solo un appunto lasciato distrattamente in giro, o, forse era un piccolo vanto inopportuno, lo raccolsi e lo lessi, trovai ogni incastro, non ci volle molto, ora l'immagine è completa.
La osservo, l'ascolto, perché forse più s'addice l'ascoltare a questa immagine distorta, e quello che sento non è più gelido ed apatico torpore fisico, la rabbia sale , devastando ogni mia cellula, non m'importa di quello che potrebbe accadere, continuo a fissare in silenzio quella cornice che ormai non è riposta in attesa, il suo chiodo tiene al muro in bella vista segreti che non dovrebbero essere ascoltati, ma ancora una volta le regole sono imposte, i giochi stanno a noi.
Chi cadrà per primo?

sabato 26 settembre 2009

Rinunce

Uccidere un sogno, per vivere rabbiosamente la realtà.



Camminai per un paio d'ore, uno zaio in spalla, uno specchio lasciato in un luogo preciso, inclinazione perfettamente calcolata a giusta distanza.
Arrivai, mi sdraiai a terra a guardare le nuvole correre, mi rialzai ed aprii lo zaino, ne estrassi una scatola, la aprii ed iniziai a montare quello che era celato al suo interno.
appoggiai il cavalletto a terra.
Con un binocolo controllai lo specchio, la visuale era precisa, all'interno della cornice di plastica potevo vederlo, osservai la sua posizione, osservai quello che aveva davanti, iniziai a parlargli, tanto non mi avrebbe mai sentito.
"Caro Peter, le tue ali stanno per essere spezzate, non ho nulla contro di te sia chiaro, solo mi hai stancato, le tue visioni mi stanno rovinando, ho bisogno di un non sogno, voglio respirare realtà. Peter, Peter, Peter...."
Posai il binocolo e mi sdraiai con la pancia a terra, posai la mia spalla al calcio, aprii il coperchio del mirino di precisione, iniziai la respirazione mentre calcolavo la traiettoria e le variati.
"Peter Pan, stai per essere rispedito nella realtà"
Tenni lo sguardo ancora fisso sul suo occhio che mi guardava giocondo attraverso un mirino, poi spostai leggermente la mira per correggere la traiettoria, trannenni il fiato.
Un solo colpo, un bagliore, il silenzio....
Ora che succede? Dove sono? Chi sono? Ero io nello specchio? Ha sparato prima lui? Dove sono? Che succede? Perché è tutto nero? Cos'è questo silenzio?

martedì 22 settembre 2009

"io" "SPORCO RAZZISTA"

LEGGERE CON CURA PRIMA DI VOMITARE SENTENZE



Alle volta la civiltà non serve. Preferisco essere un razzista che un opportunista, ogni volta che vedo i Loro volti mi sale l'acido allo stomaco, se accendo la tv mi assale una voglia di sputare che è sintomo di rabbia e schifo.
Se penso a Loro immagino una bella ghigliottina, se sento le Loro voci mi si offusca la vista, ed il desiderio di sparargli in faccia un bel " Stronzo di un anti italiano accendi quell'ammasso di merda che tieni nella scatola cranica!!!!!!! ".
Aprirei un bel centro benessere, un centro benessere dove gli italiani tutti possano sfogare la loro rabbia repressa contro questi esseri schifosi, che arrogantemente si prendono tutti i diritti, i nostri soldi, che distruggono il nostro buon vivere, gridatelo tutti e che cazzo gridate con me "POLITICI DEL CAZZO DOVETE VERGOGNIARVI "
Sì l'unica razza che si stacca dall'essere umano è proprio quella politica, bruciamoli per avere un mondo migliore.

domenica 20 settembre 2009

?


Quando l'amarezza pervade l'animo, la Bestia prende forza, piega la volontà, annebbia la vista per lasciar spazio a fraintendimenti ambigui e malsani.
Ogni immagine, così distorta, viene elaborata, immagazzinata e riproposta violentemente come, un clip che si ripete all'infinito. Generando altra amarezza, e la forza della Bestia diviene cattiveria, carica come una molla da fucile, pronta a spingere il colpo con forza disumana.
Toglietevi dalla mia vista quando i miei occhi sono rossi, evitate di incrociare il mio cammino o non risponderò di quel che mi viene comandato dal mio inconscio.
Uomo avvisato...scavi la fossa.

giovedì 3 settembre 2009

Vernice fresca


Piccole cose pericolose


Esiste una stanza nascosta in me, pareti e soffitto sono bianchi, pochissimi hanno accesso a questo luogo, lì sono fragile, la mia mortalità è accentuata.
Ti ho condotto lì perché ne hai i pieni diritti, ho aperto il vaso di pandora, vi ho intinto il pennello per scrivere col rosso sul soffitto, ho scritto ciò che mi turba, mi disturba e mi può uccidere.
Hai letto, sei stata nella stanza, ti sei seduta, con me hai parlato, ma la vernice ha preso vita, corre sui muri, scivola nella mia mente, filtra nella mia pelle, ora ho perso il controllo, lei corre ed io mi sento vicino alla morte, tu mi guardi, so che non dipende da te, aiutami o morirò.
Segreti che trafiggono il mio cuore, frasi che mi spezzano in due, vivo solo per te nulla mi può salvare se tu non sei con me.