venerdì 28 agosto 2009

-5, -4, -3, -2, -1, 0!

Senza controllo mi autodistruggo, la Bestia si scatena contro di me!

Scoppio di rabbia, la bestia si desta e mi infligge dolore.
Io continuo a piantare pugni al muro, graffiate il cemento dell'intonaco fino a segnare le pareti.
Se una lacrima scende sul mio viso, non è commozione, nè dolore, solo rabbia che da stato d'animo passa ad uno stato materiale, si fa visibile.
Mostra l'incapacità dell'uomo sulla bestia, uomo che diviene rabbioso contro se stesso, che si fa pericolosamente cinico, che non vuole più riconoscere le verità che lo circondano.

6 commenti:

NERO_CATRAME ha detto...

E tutto si chiude,non ci sono suoni,la vista si restringe e ogni gesto è portato a placare quella forza.Ormai lontano dal mondo per conoscenza di come sono quando mi assale.Ricerca del dolore che strappi ogni parte di me.Niente mi può fermare,anche se solo una parola,il suono di una voce riesce a placare in un tocco il salire.

Squilibrato ha detto...
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Squilibrato ha detto...

Caro Rigenerato, ci siamo mai destati dal sogno delle belve? Io no e mi diverto. Forse le mani hanno creato ritratti mimando le forme e hanno foggiato le pietre
e le gemme con riflessi di vita che incantano l'occhio. La bellezza incisa sulle tele
e le parole deposte in armonia tra i silenzi che ne colmano il vuoto.
Ma cosa fu del cuore e dei suoi pianti atroci?
Siamo noi uomini, tra una nota e l'altra, animali.

School Daze!!

Pincopallino ha detto...

Scusa, il commento eliminato ero io.

Asha Sysley ha detto...

La rabbia per lo meno è un sentimento. Il nulla, a mio avviso è peggio della rabbia. A volte, a chi da indifferenza, vorrei mi scatenasse contro la rabbia. Quella sarebbe una reazione, un'emozione, un qualcosa.
Ma il nulla è quanto di più doloroso ci sia.

ExTinto ha detto...

Non c'è apatia nella bestia, vive di rabbia e dolore, despota incotrastata delle nostre menti, sane o deviate che siano,e no, non ci siamo ancora destati, forse mai lo faremo, la bestia comanda e a noi non resta che assecondarla piangendo spesso per quello che nella nostra umanità crediamo errore.