lunedì 2 maggio 2011

Strano ricordo


Non sono morto... o almeno, non ancora.
Passo le giornate a sognare, vago con la mente mentre lavoro come un pazzo, ultimamente il lavoro sembra un'ancora per tirare avanti, anche se, spesso mi fa salire il nervoso oltre ogni umana immaginazione.
Quest'oggi, mentre ero chino sotto la macchina che mi occupa la vita un ricordo ha preso il sopravvento, ricordo quella scrivania, laccata bianca, ricordo la moquette, blu e molto pulita, il suono del televisore nell'altra stanza, quella che avevo lasciato di corsa per andare ad infilarmi sotto la scrivania.
Avevo forse 13 o 12 anni, all'epoca frequentavo un mio coetaneo benestante, ovviamente i suoi non cedevano di buon occhio un piccolo pezzente come me, e non volevano ch'io e... chiamiamolo Simone, andassimo a giocare o a girare in bicicletta assieme, ma l'amicizia di 2 bambini è difficile da piegare, frequentavamo la stessa scuola media, avevamo un hobby in comune e quindi riuscivamo sempre ad organizzare qualche fuga, nascondendo la sua bici nella mia legnaia per andare a fare una merenda assieme ( guai se sua madre avesse scoperto che lui mangiava dell'ottimo salame ).
Ma torniamo al ricordo: ero lì nascosto sotto la scrivania, perché sua madre era rincasata anticipatamente per prendere alcune cose, sentimmo l'ascensore e di tutta fretta ritirammo le patatine, le noccioline, spegnemmo il videoregistratore, ( stavamo guardando un film proibito " Caccia a ottobre rosso " ) raccolsi le mie "ciaraffe" ed andai a nascondermi, sua madre lo rimproverò per non so quale pelucco del tappeto fuori posto, proseguì con altri mille rimproveri per qualche minuto.
Poi quando stava per uscire... cambia direzione entra nella stanza, il mio cuore batteva così forte che temevo lo sentisse, poi tutto ad un tratto...
un urlo agghiacciante, seguito dal mio nome, mi aveva sgamato in pieno.
Un'altra punizione al figlio e una visita ai miei genitori, fortunatamente non sono mai stati stronzi o atti ad incolparmi per le turbe degli estranei, ricordo che risero per un bel pezzo, anche dopo avermi comunque dato la giusta punizione, non è bello intrufularsi in casa d'altri, anche se l'invito l'avevo ricevuto, ma ovviamente non era valido, visto il divieto imposto dagli adulti.
Passò una settimana prima che potessimo tornare a farci i nostri Km in bicicletta, per altro la mia era una delle sue in disuso, misteriosamente sparita dalla sua soffitta e finita sulle scale di casa mia.
Chissà che fine ha fatto, dopo le medie io andai a lavorare, lui proseguì gli studi, si trasferirono ed io seppi pochissime cose sulla sua vita, so che ora è un medico di tutto rispetto, so che ha perso suo padre ( e non ho potuto neppure fargli el mie condoglianze ).
Eravamo inseparabili....
Le cose cambiano, cambiano sempre.

1 commento:

Nicole ha detto...

Mentre si è apparentemente presi a far altro, basta un niente e qualcosa dai nostri cassetti della memoria viene espulso fuori...In apparenza, ma solo in apparenza sembrano coincidenze, ma non lo sono mai. Qualcosa di quel pomeriggio ti è rimasto dentro indelebile, ma solo tu puoi leggerlo.

P.S.
Ma lui ti voleva bene davvero, perché ti assicuro che non basta essere dei ragazzini per aver coraggio. Anche nella mia fanciullezza c'è una mamma di una mia amichetta davvero stronza. Ma stronze sia madre che figlia.