martedì 24 ottobre 2023

Diretta dal cuore







Nel giro di un mese, uno soltanto, il primo sintomo, qualcosa che fu mascherato da accadimenti nella norma, una visita, poi un'altra, un piccolo intervento, un esame istologico che mi rassicura, - Ma quel bozzo cos'è? Non c'era prima dell'intervento. - Non preoccuparti sarà a causa della sollecitazione avuta durante l'intervento, proviamo con un anti infiammatorio, poi l'antibiotico. - Qua però la situazione non sembra migliorare, anzi a ben guardare sembra peggiorare. - Portamelo! Lastre, un paio. - Qualcosa esterno alla narice, non capisco bene cosa sia, sarebbe meglio fare una TC - Dove? - Alla clinica XXX -

Telefono, prendo appuntamento e passa ancora del tempo, ogni tanto sembra stare bene, ma quel bozzo sembra peggiorare, a volte invece sembra quasi assorbirsi di nuovo, siamo vicini all'appuntamento.

Il giorno arriva, è un venerdì, piove, parto presto, la strada è lunga, tu sei stranamente tranquillo, questo in parte mi rilassa. Arrivo puntuale, i medici no, loro arriveranno tra poco, allora mi siedo, ti parlo e cerco di tranquillizzarti, mentre tu, curioso scruti tutto. Arriva il dottore, mi spiega tutto, mi sembra una persona affidabile, ti prende in carico e mi dice di tornare dopo un'ora.

Piove, cammino sulla strada ed entro in un bar, prendo un caffè, rollo una sigaretta che fumerò tornando alla clinica. In sala d'attesa molta gente, alcuni prenotati, altri con una situazione di emergenza, tutto nella norma. Ma è passata un'altra ora e nessuno mi dice niente. - Aspettiamo, non mi piace insistere, mi hanno detto che non c'erano rischi.- Passa ancora mezz'ora, esco un po' nervoso a fumare di nuovo, mi siedo sulla panchina all'esterno, davanti alla grande porta a vetri attraverso la quale vedo il dottore che mi ha informato dei rischi, mi vede, esce e viene verso di me. - C'è stato un problema - Il cuore mi si ferma, sento un brivido percorre la schiena, credo l'abbia notato attraverso i miei occhi e prosegue, - Nulla di grave, è un problema tecnico, la macchina no funziona stiamo aspettando il tecnico. - Tiro un sospiro, aspetto, sono qua non posso fare altro -.

Dopo quindi quattro ore, al posto della ventina di minuti preventivati, torni da me, ti vedo abbastanza calmo, mi si spiega che i referti di solito arrivano nell'arco di 24 ore, ma oggi è venerdì.

Sabato.

Domenica.

Lunedì, cerco il veterinario - non ti hanno detto nulla? - No, domani mattina chiamo.-

Martedì. - La situazione è drammatica, il tumore sta mangiando il cranio ormai, spinge sul cervello, sul bulbo oculare, ha chiuso completamente un narice e si sta diffondendo nella gola, non c'è nulla che si possa fare. Cresce in fretta, calcolando che un mese fa, nelle radiografie non c'era nulla ed ora è così esteso, possiamo dare qualcosa che gli allevi il dolore, ma se respirare diventa un lavoro o se vedi che fa cose strane è perché il tumore sta danneggiando il cervello.-

Il mio pensiero, che esprimo qua " Quella era la situazione venerdì, CAZZO, venerdì! Da quella TC sono passati giorni, quel qualcosa che lo aiuti era da dare venerdì".

Ora ti guardo amico mio, stai soffrendo e parecchio, ti sei alzato per venire a strusciarti, hai mangiato a fatica, sei lo spettro di quello che eri, quel bozzo ti sta uccidendo, vedo il tumore uscire dal naso, lo vedo da sabato, non so se passerai la notte, e forse te lo auguro, nel caso in cui ce la facessi, dovrò accompagnarti per il tuo ultimo viaggio.

Non vedo più neppure il monitor.

Amico mio la vita non ti ha sorriso, mai, spero di averti fatto capire quanto ti amassi, spero tu possa capire che quel viaggio che faremo, lo faremo perché ti voglio veramente bene.

Ora mi metterò lì, al tuo fianco a coccolarti fino a che potrò, fino a quando questa frenetica vita non mi reclamerà.


mercoledì 26 settembre 2018

Un altro doloroso addio

Sono passati quattro giorni, la casa non è più la stessa, le giornate sembrano tutte cupe.
Il divano è vuoto, il letto anche, il mio cuore pure.
Ti ho abbracciato mentre te ne andavi, ho pianto sul tuo manto bianco e nero, mentre la vita lasciava il tuo corpo, ora amico mio non soffri più, vederti stare male mi distruggeva, ma avevi sempre un po' di fusa da dispensare, anche quando il dolore ti rendeva quasi immobile, non sei stato il primo amico che mi ha lasciato così, ancora una volta sono andato nella radura, tra i pini e quell'unico pungitopo della zona. Hai avuto un funerale da Re, come meritavi, con la musica ed i tuoi amici in torno.
Ora riposi lì, nella natura, vicino alle tue amiche Kiss ed Anthrax, mi piace pensarvi tutti uniti ancora una volta, uniti nell'eternità, uniti come eravate in vita. Ti vorrò sempre bene, Harlock, nessuno potrà mai sostituire il tuo posto nel mio cuore. Ho dedicato anche a te una canzone che non tramonterà mai, (Paint it black dei Rolling Stones) perché ogni volta che qualcuno l'ascolterà sarà come se ti riempisse di coccole, quelle coccole che cercavi costantemente, tirando a te le mani di noi umani che ti orbitavamo attorno, mi mancano le tue zampette che tirano la mia mano sul tuo testone, mi manca il modo in cui mi salutavi quando rientravo in casa, come mi guardavi prima di venire a chiedere le tue carezze, le tue fusa mentre ci addormentavamo la notte.
Buon viaggio amico mio, sarai sempre nel mio cuore.

domenica 23 aprile 2017

Il parco

La temperatura non è delle migliori ma è gradevole, la mia mente spazia nei ricordi, mentre la delusione si fa insistente.
Ho cercato di fare la cosa giusta, ho preso difficili decisioni ed altre, altrettanto difficili mi si pongono d'innanzi, ora sono io, seduto a porti domande, a valutare diverse risposte, ad ipotizzare ancora frasi e comportamenti.

Il bosco

Sono qui con voi, Kiss, Anthrax, Sirio e Nani. Mi mancate tanto.